Testo critico a cura di Selina Fanteria (2019)
Un appassionato e sinuoso pellegrinaggio.
Amor ch’al cor gentil ratto s’apprende,
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
Amor condusse noi ad una morte.
Caina attende chi a vita ci spense.
L’artista parte proprio dalla reinterpretazione pittorica di questo bellissimo canto, ovvero il V dell’inferno. Siamo nel secondo cerchio infernale, in cui sono puniti gli incontinenti, cioè coloro che non riuscirono a frenare gli istinti, pur in sé non riprovevoli, e a contenerli entro i limiti della ragione. Vi sono coloro che si lasciarono trascinare dal desiderio carnale e ora sono travolti, percossi, sbattuti crudelmente da una perenne bufera, senza poter scegliere la propria direzione. Il dipingere è altrettanto travolgente e impetuoso per Cioni, e diventa una dolcissima via di fuga. Ben lo si può notare nei sui quadri connotati da colori accesi e vivaci, non cupi e inquietanti, che esprimono vitalità forza, voglia di vivere e desiderio di andare avanti, di proseguire, di innamorarsi. L’arte crea un sentimento travolgente, viscerale, che lo si può ben collegare a questo straziante e commovente V canto, dalla semplice parola Amor. Queste famosissime terzine si aprono tutte con quest’ultimo vocabolo, sintesi del bruciante sentimento e qui nello specifico del dramma di Francesca. Un dramma con il quale l’artista entra in empatia. Non a caso questo ciclo dedicato alla Divina Commedia di Dante è nato in quanto l’artista è stato incuriosito ed attratto dall’appassionate storia d’amore di Paolo e Francesca, la quale lo ha profondamente commosso. Un amore che fa soffrire, un sentimento che come univa indissolubilmente i due amanti in vita, lo fa ancora adesso durante la morte. Partendo proprio da questo l’artista ha iniziato a leggere tutto il capolavoro dantesco scegliendo volta per volta quei poemi che più lo toccavano nel profondo. Un’arte quella di Cioni appassionata e consapevole che ci trascina nei meandri della Commedia attraverso uno sguardo diverso, innamorato e affascinato. Il viaggio di Dante ha lo scopo di indicarci la via verso la salvezza, e di mostrarci l’itinerario che tutti noi dobbiamo percorrere per arrivare alla redenzione. Un pellegrinaggio che esplora sin nell’intimo l’umano animo. Così Cioni costruisce il suo viaggio attraverso una visione incantata, particolare, sognante della Commedia, un “sogno onirico”:
Il surrealismo si fonda sull’idea di un grado di realtà superiore connesso a certe forme di associazione finora trascurate, sull’onnipotenza del sogno, sul gioco disinteressato del pensiero. Tende a liquidare definitivamente tutti gli altri meccanismi psichici e a sostituirsi ad essi nella risoluzione dei principali problemi della vita .
L’artista realizza in primis il disegno attraverso il quale riesce a fissare quegli attimi fuggenti che caratterizzano i sogni. In seguito l’opera si struttura attraverso una pittura che riesce a mettere assieme tecniche differenti, infatti vengono utilizzati colori ad olio, matite acquerellabili, gessetto e acquerello. Uno stile pittorico che si rifà e reinterpreta, attraverso il suo colorismo, le colonne portanti del surrealismo. Una realtà altra viene descritta e ci viene narrata: il sogno, il desiderio di Dante, prende forma in figure, esce dalla carta scritta e ci si palesa davanti ai nostri occhi. Una pittura fluida, dove forme sinuose si uniscono in maniera elegante ed omogenea tra loro, sembrano quasi fatte tutte assieme, con un unico pennello, con un’unica stesura di colore, che sembra non staccarsi mai né dalla tela né dalla mano dell’artista. Figure che certamente strizzano l’occhio ad un elegante stile Liberty: un'ispirazione che trae diretto spunto dalla natura, di cui studia gli elementi strutturali, traducendoli in linee dinamiche e ondulate, dove semplici figure sembravano prendere vita ed evolversi naturalmente. Così il nostro artista realizza eleganti figure che si muovono in una selva di accesi colori che illuminano tutta la composizione; la quale è costellata da una moltitudine di oggetti ed elementi tipici della poetica di Cioni, che ricorrono infatti in moltissime delle sue opere. Le farfalle sono rappresentazioni angeliche che simboleggiano attraverso le loro ali la libertà, gli alberi la vita, l'acqua la purificazione, le candele il lume della conoscenza. Viene così ritratto l'uomo e la sua condizione esistenziale. I cromatismi, le forme, le linee e le prospettive acquisiscono una connotazione “simbolista”:
È tempio la natura dove a volte parole
escono confuse da viventi pilasti
e che l’uomo attraversa tra foreste di simboli
che gli lanciano occhiate familiari
Un viaggio attraverso personalissimi simboli, che non solo ci fanno penetrare nel racconto dantesco, ma anche nella mente e nell’animo più profondo del nostro artista. Opere che fanno immergere lo spettatore all’interno dei loro meandri, al punto di entrare in rapporto stretto con ciò che è rappresentato. Cioni attraverso la sua immaginazione reinterpreta il viaggio di Dante, dando ai suoi quadri delle connotazioni fiabesche, sognati che ben narrano le peripezie del poeta. Affascinati opere in grado di conquistare chi guarda. La Commedia diviene così una favola sognata, sviluppatasi dentro la mente dell’artista, il quale riesce a riportare quest’incanto su tela; e con uno sguardo è sempre più attento nel riprendere i dettagli, diventa un acuto osservatore, e nel nostro specifico caso un avido e appassionato lettore. Un’arte in continuo movimento, caratterizzata da una continua ricerca. Cioni sembra così effettivamente incarnare, in chiave contemporanea, il curioso eroe Ulisse. Quest’ultimo all’interno dell’inferno si trova tra i consiglieri fraudolenti, i quali sono celati da una fiamma che vuol rappresentare le vie e le arti nascoste che essi utilizzarono in vita per perseguire i propri scopi, nel caso specifico di Ulisse per soddisfare il suo bisogno di conoscenza, e l'ardore che li animò, incuranti delle conseguenze negative che il loro agire avrebbe comportato sugli altri. Dante così punisce Ulisse a causa della sua sete di sapere; in vita non si può conoscere tutto, alcune cose devono rimanere un mistero ed altre si possono solamente apprendere dopo la morte.
né dolcezza di figlio, né la pieta
del vecchio padre, né 'l debito amore
lo qual dovea Penelopé far lieta,
vincer potero dentro a me l'ardore
ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto,
e delli vizi umani e del valore;
ma misi me per l'alto mare aperto
sol con un legno e con quella compagna
picciola dalla qual non fui diserto.
L’arte di Cioni è caratterizzata dalla ricerca e dallo sviluppo di un personalissimo stile pittorico. II suo percorso va avanti, progredisce e si sviluppa. Ne è certa testimonianza questo stupendo ciclo dedicato ad una pietra miliare della letteratura mondiale. Sfida non facile da affrontare e intraprendere, ma che il nostro pittore raccoglie ed elabora in maniera magistrale. Si confronta con il suo tempo e sente di dover ricercare uno stile personale. Un guanto che viene raccolto in maniera coraggiosa, tenendo ben alto lo sguardo, sfidando gli ostacoli e le avversità. Proseguire, andare avanti, sviluppare una pittura intima, privata, sono proprio queste le doti del nostro autore, la sua forza. Nonostante le avversità che la vita gli ha posto davanti è riuscito a reagire. La sua arte nasce dal silenzio perché la mancanza di udito lo ha portato ad ascoltare attentamente se stesso più che i suoni esterni, e attraverso questo ascolto è riuscito a creare delle visioni, frutto della sua immaginazione. Una pittura che in maniera ossimorica nasce anche dalla musica, dal suono degli strumenti che interiormente costruisce, i quali creano dentro di lui sensazioni e immagini. Inoltre altro media fondamentale, in special modo all’interno di questo ciclo pittorico dedicato alla Commedia, risulta essere la letteratura, la quale consente di intraprendere un favoloso viaggio attraverso la fantasia e l’immaginazione. Lo sguardo è per il nostro artista un senso fondamentale da sfruttare, che lo porta a osservare attentamente le cose, le persone e la natura che lo circondano. Tutto ciò che lo contorna gli racconta storie che poi vengono impresse sulla tela. Non vi è creazione senza sofferenza, senza impegno e sforzo. Dante ha pensato ed elaborato una struttura perfetta e sofisticata, creata durante il suo esilio dal 1308 al 1320, periodo traumatico per il poeta, basata sul rapporto dell’uno e del tre, numeri perfetti a somiglianza di Dio: che è uno e trino. Tre sono le cantiche, corrispondenti ai tre regni dell’oltretomba, trentatre sono i canti di ciascuna cantica più uno di introduzione generale. Ciascun canto è costituito da terzine che, legate l’una all’altra per lo stretto gioco delle rime, si chiudono in un solo verso che risponde alla rima seconda dell’ultima terzina e conchiudendo tutta la serie. Così il nostro artista, fedelissimo all’organizzazione dantesca realizza trentatre dipinti: undici rappresentati l’inferno, undici il purgatorio e undici il paradiso e un ulteriore dipinto, che diventa introduttivo di tutto il ciclo pittorico, rincalcando pedissequamente il Poeta fiorentino. In quest’ultimo troviamo Dante in primo piano intento a scrivere circondato dai sui pensieri e da tutti quegli elementi che compongono la Divina Commedia; dietro questo vi è il nostro pittore, intento nella pittura e nell’ascolta le parole del Poeta dalle quali trae ispirazione per le sue opere. Un angelo mette amorevolmente la mano sulla spalla, un gesto fraterno, protettivo, come se volesse sostenerlo e vegliare su di lui. Quest’affettuoso angelo diventa elemento importantissimo, si carica di altre emozioni e significati, rappresenta infatti un carissimo amico dell’artista scomparso. Su tutta l’opera campeggia un accesissimo sole, che illumina la scena, che ci sprona ad andare avanti, che diventa un faro che ci indica la via verso la conoscenza, l’amore. Cioni così raccoglie idealmente il testimone che Dante gli porge.
SELINA FANTERIA
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